Minimalismo

Mi sono imbattuto nella visione di un documentario che voglio proprio consigliarvi. Si intitola minimalism – a documentary about the important things. Lo trovate su Netflix, oppure su Amazon, iTunes, Google play e tutti i principali stores. Senza scendere troppo nei dettagli si può dire che il titolo già racconta molto del contenuto; comunque è incentrato su due amici: Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus che hanno deciso di abbracciare la filosofia del minimalismo e lasciare alle spalle la loro precedente vita fatta di consumismo sfrenato e lotta per la scalata sociale. Potete trovare tutte le informazioni sul loro sito ufficiale.

La cosa che ho trovato molto interessante è che la loro filosofia è davvero molto affine a quella della decrescita personale. In genere quando si parla di questo radicale cambiamento di stile di vita si pensa a qualcuno che da un momento all’altro abbandona tutti i comfort della vita occidentale e passa il resto della vita a girare il mondo con solo i vestiti che ha nello zaino. Siamo sempre un po’ plasmati dall’immaginario Hyppie di rifiuto completo della società. Invece in questo documentario la filosofia di rifiuto del consumismo viene approciata da un punto di vosta completamente diverso. Qui non siamo di fronte a due “supertramp” che attraversano l’america in autostop, ma a due ragazzi che girano in macchina, si vestono bene e curati, leggono le email sui loro smartphone e fanno una vita insomma…. “normale”. Semplicemente hanno deciso di liberarsi di tutto ciò che è superfluo. E so che questa frase sembra scontata ma davvero il centro della filosofia del minimalismo, esattamente come quello della decrescita personale è quello di sedere di fronte ai propri oggetti e cominciare a liberarci da ciò che non serve. Ciò che non serve oggi, non ciò che “non si sa mai, un giorno potrebbe sempre servire”. Nel loro documentario si parla molto di come le persone cerchino la felicità nel possesso di oggetti. Condivido in buona parte questo pensiero, anche se sono sempre solito aggiungere che il problema non è l’effimera sensazione di piacere che ci dà il possesso di un nuovo oggetto; ma il fatto che questi oggetti arrivano col tempo a possederci. Abbiamo bisogno di una casa grande per contenere tutto ciò che accumuliamo negli anni e da cui ci pare impossibile separarci… e ciò vuol dire un mutuo, delle bollette, dei debiti ed una serie di vincoli che mese dopo mese ci costringono a lavorare. Non per piacere, non per costruire, ma solo per MANTENERE ciò che possediamo, ed alimentarlo giorno dopo giorno di cose nuove. Invece è importante, come nella filosofia minimalista, decidere cosa veramente serve e delle due scegliere qualcosa di buona qualità e che sia durevole. Hai bisogno di un computer? Benissimo, nessuno dice che devi ritirarti in un eremo sperduto fra i monti. Però, invece che comprare un computer al ribasso e riempirlo di accessori intasando la camera di casse, luci, periferiche, monitor e chi più ne ha più ne metta, scegli un buon computer. Funzionale per quello di cui hai bisogno e ben costruito, e lascia perdere tutta la robaccia collegata. Il mondo digitale ci aiuta davvero molto a decrescere senza dover rinunciare a tutto. Sfruttiamolo. Possiamo digitalizzare tutta la nostra musica, le nostre fotografie, possiamo ricostruire la nostra biblioteca in ebook, possiamo immagazzinare tutti i film ed i nostri documenti. Possiamo archiviarli nel cloud ed averli sempre in tasca. Minimalismo significa scegliere di avere i pochi capi di abbigliamento di cui hai bisogno. Sentiti libero di comprarli firmati se questo ti piace e ti fa sentire bene. L’importante è tenere a mente che difficilmente avrai bisogno di più di 33 capi di abbigliamento (anche questo è un passaggio del documentario).

In particolare però c’è una frase che mi ha colpito molto e penso che sia un ottimo spunto su cui ragionare del modo in cui costruiamo le nostre esistente ed i nostri rapporti: amate le persone ed usate le cose, perché il contrario non funziona mai. 

Buona visione.

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