Decrescere su facebook – Parte 2

Dopo un periodo di pausa dovuto al sovrapporsi di diverse cose rieccomi qua. I lettori più affezionati ricorderanno probabilmente l’articolo Decrescere su Facebook di un po’ di tempo fa. Bene, dopo un periodo di utilizzo ridotto e molto autoregolamentato del più famoso social network del mondo sono giunto ad una serie di conclusioni inevitabili. Come dico sempre è difficile capire fino a che punto il problema sia il social in sè per come è strutturato o l’utilizzo che ne fa l’uomo davanti allo schermo. Le mie sofferenze verso una certa gestione della macchina FB le avevo già in parte palesate nello pseudo-racconto Nazional Social-ismo ma al di là di tutto credo che alla base ci sia un profondo deterioramento dei rapporti umani e delle libertà di interazione. Mi rendo conto che il mondo che vediamo attraverso FB è un mondo giorno dopo giorno sempre più ristretto verso la mediocrazia e dove non c’è posto per la crescita individuale. La nostra newsfeed mano a mano seleziona sempre di più gli amici o le persone con cui abbiamo maggiori interazioni e maggiori affinità di pensiero, lasciando a margine tutto ciò che è il pensiero divergente; ed il mondo che ci appare giorno dopo giorno è sempre più ristretto di vedute e di concetti. Al dibattito e allo scambio non contribuisce certo la forma scritta cui siamo costretti sul social. Una opinione messa nero su bianco magari in un semplice slancio ci schiera automaticamente verso il “tifo incondizionato” per ciò che abbiamo espresso. Le successive repliche ci irritano, ci mettono sulla difensiva, e complice il tipo di linguaggio che non permette mediazione se non il dualismo ragione/torto cominciamo noi stessi ad arroccarci su posizioni sempre più ristrette e scleroticizzate. Le discussioni che di persona si liquuiderebbero con una pacca sulla spalla diventano faide infinite e questo vale più o meno a qualunque livello; complice anche la “finta intelligenza” da social. In una discussione vera siamo costretti a ricorrere solamente al nostro sapere. Invece mentre discutiao sui social una googlata al volo ci permette di comare le nostre lacune o di trovare sostegno alle nostre tesi. Finisce così che la competenza di chi potrebbe arricchire un dibattito viene completamente schiacciata dalla caciara della tifoseria. Poi ci sono molte altre riflessioni su cui potrei soffermarmi: dalla perdita della nostra individualità alla svendita della nostra privacy; fatto sta che ho deciso di fare un ulteriore passo verso l’abbandono del famoso social. Ho lasciata aperta la possibilità di gestire le pagine (fra cui quella di Decrescita Personale) ma ho cancellato il mio profilo privato. E dopo qualche settimana, vi posso garantire che si vive davvero meglio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.