Nazional Social-ismo

-Quando cominciarono a privarci delle nostre libertà era tardi per sentirsi derubati e stolti. Come avevamo potuto credere che sarebbe stato davvero qualcosa di buono? Come avevamo fatto a dare in mano tutto a LUI? Così ogni giorno una mattonella veniva tolta dal pavimento su cui potevamo camminare. Ogni giorno era un recinto sempre più stretto in cui ci spintonavamo sempre di più col resto del gregge.
Vedi nipotino mio, quando vogliono privarti della libertà non lo fanno mai tutto in una volta, altrimenti le persone ti combatterebbero ma soprattutto nessuno ti legittimerebbe. Per poterti prendere la libertà degli altri devi prima essere VOLUTO dalle persone. E non serve molto per essere desiderato sai…. basta promettere un paio di cose e subito le persone ti cedono tutto ciò che hanno di più caro. All’inizio lo fanno in pochi; ed i diffidenti restano corrucciati a guardare qualcosa di cui non si fidano. Poi i secondi cominciano a vedere che in fondo quelli che si son messi nelle mani del dittatore non se la passano male, e allora cedono anche loro. Uno dopo l’altro.
Ed in fondo ci veniva chiesto così poco…. una iscrizione al suo partito e potevamo entrare in contatto con tutti gli altri iscritti ed essere una meravigliosa comunità. Il suo partito rappresentava il posto in cui condividere i nostri sogni, le nostre passioni, i nostri svaghi, qualunque cosa… e avremmo trovato un’infinità di altre persone del partito con cui interagire. Era meraviglioso sulla carta… ed infatti piano piano tutti si iscrissero, anche i più scettici. Anche io.
E quando ormai non esisteva più un “dentro o fuori” ma solo un “dentro o l’oblìo”… fu allora che smettemmo di essere liberi.
Non potevamo più dire ciò che pensavamo… la censura del partito si abbatteva senza possibilità di processo su frasi e parole non di suo gradimento. Peggio… se diversi altri iscritti segnalavano all’Apparato del Partito dei tuoi comportamenti fuori luogo nessuno veniva a sentire le tue ragioni, ma venivi punito senza appello alcuno. Ma il peggio doveva ancora venire.
Non ci fu più concesso di dire quello che volevamo nemmeno se rispettava tutte le regole del partito. Cioè potevamo dirlo ma solo col contagocce e quasi di nascosto. Non potevamo far circolare liberamente le nostre idee, la nostra arte. Io ero un musicista, sai, e un bel giorno mi dissero che non potevo più far conoscere la mia musica agli altri del partito. Potevo farlo solo pagando. Dovevo pagare il partito perché lo facesse per me, alle sue condizioni.
E fu così che il Partito divenne la nostra prigione. Non potevi più uscire… essere fuori voleva dire scomparire e se volevi lavorare o semplicemente esistere dovevi per forza stare dentro. E stare dentro significava lottare ogni giorno con l’odio e la bile che gli altri iscritti riversavano sui loro simili. Dopo un po’ la comunità del Partito divenne il posto peggiore in cui stare a contatto con le persone… ma ci si doveva stare per forza. Furono in pochi ad avere il coraggio di lasciare. Distrussero la loro tessera ma il partito si tenne tutto ciò che era loro. Perfino le loro foto ed i loro ricordi. Non gli venne restituito nulla e fuori divennero degli emarginati.
Siamo stati degli stolti a non imparare dai nostri errori… e ciò che è venuto dopo è stato solo perché ce lo siamo meritati.

-Ma nonno… -disse il nipote mentre lo guardava con occhi rapiti e stringeva la coperta del letto in cui era sdraiato- come potevate saperlo voi? Da quali errori avreste dovuto imparare? Non era mai successo prima!

-Si che era successo. Nella nostra storia era già capitato di affidare le nostre vite a un dittatore che poi ci ha condotti per mano nel baratro. Così come io ora lo racconto a te; i nostri nonni lo raccontavano a noi. Storie terribili di guerra… si chiamava Mussolini, e anche se con modi diversi avremmo dovuto saper riconoscere il modo subdolo in cui si insinuava il germe della dittatura nelle nostre vite.

-Ah! Mussolini!! Ora ricordo qualcosa… la maestra a scuola ce ne ha parlato. Ed invece come si chiamava il dittatore contro cui avete dovuto lottare voi?

-Zuckerberg si chiamava…. Mark Zuckerberg. Ora fai la nanna nipotino….

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